Forse si tratta di semplice confusione in un momento politicamente fragile per la maggioranza di governo?
A Milano sono pur sempre 300mila elettori, non pochissimi.
«Sì, ma sull’onda delle comunali, mi sembra che a Milano la voglia di partecipazione non manchi. Certo, se i quesiti locali fossero stati inseriti insieme al voto amministrativo se ne sarebbe parlato di più. Expo, traffico, Ecopass, verde urbano: i referendum trattano le questioni vere e tangibili che i milanesi vivono ogni giorno, invece la campagna elettorale amministrativa di questo non si è minimamente occupata, trascinata dagli insulti inutili di un sindaco uscente in preda al panico».
Pdl e Lega fino a qualche giorno fa avevano dato indicazione di voto libero agli elettori milanesi, ma poi si sono espressi per l’astensione. Formigoni insiste sul non obbligo del voto. Tutti modi per depistare?
«Ovvio, cercano di mettere tutto nel caos. Milano si può consolare che non è la sola città dove i referendum locali vengono boicottati. A Gorizia l’amministrazione ha addirittura deciso che si deve votare solo domenica e in sedi diverse da quelle usate perle elezioni comunali. Le pensano tutte!».
Uno dei referendum consultivi riguarda un piano di interventi per potenziare il trasporto pubblico e la mobilità "pulita". Se passasse farebbe da modello anche per altre città?
«Certo, i referendum sono un’iniziativa non solo per i cittadini milanesi ma per il sistema paese. Nei quesiti si parla di recupero ambientale e di esaltazione del territorio non in senso bucolico, ma costruttivo. Intere capitali europee si sono ridisegnate tenendo conto del parere di chi quelle città le abita davvero».
Tempo fa lei ha detto che Expo è una grande opportunità che però, tra liti e lentezze, è già ipotecata. Cosa non va?
«Non si sa nemmeno cosa sia veramente, l’Expo. Cosa promuoviamo all’estero? Un enorme supermercato di cibo globale? Non c’è un progetto e i tempi stringono. L’Expo di Parigi aveva lasciato impressa nel mondo l’immagine della Tour Eiffel. L’Expo milanese deve diventare un simbolo di ecologia ed energia sostenibile. Ma più passa il tempo e più il rischio è di fare un pasticcio, tanto per metter su qualcosa».
Intanto però un quesito riguarda la conservazione del futuro parco dell’area Expo. Ci portiamo avanti?
«È già anche troppo tardi. Al di là di logiche di schieramento e alleanze, invito davvero a sfruttare le possibilità di questi referendum: sono l’unico vero strumento che consente ai cittadini di decidere in quale città vogliono vivere».
© 2011 La Repubblica – ed. Milano. Tutti i diritti riservati