di Giampiero Calapà per Il Fatto Quotidiano
Stupefacenti – Per legge la relazione andrebbe depositata entro il 3o giugno, è stato fatto il giorno prima dell’addio dell’ex premier
“Un documento clandestino”. Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani, definisce così la relazione governativa annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze. “È stata depositata dal ministro Maria Elena Boschi – spiega Magi – lo scorso 6 dicembre, un giorno prima delle dimissioni del premier Matteo Renzi, senza nessuna discussione di presentazione in Parlamento ed è stata resa pubblica soltanto tramite link indiretti nei meandri del sito del Senato”. Questo, denunciano i Radicali, “in violazione della legge secondo cui la relazione deve essere presentata entro il 30 giugno di ogni anno”. Ritardo a parte, il giudizio radicale è chiaro: “Il governo e l’attuale maggioranza vogliono tenere lontano dalla conoscenza dei cittadini i dati che confermano l’inefficacia di leggi e metodi proibizionisti”.
E I DATI, in effetti, confermano un mercato di proporzioni gigantesche, un business senza fine: ben 14 miliardi di euro l’anno (in crescita: nel 2011 si fermava a 12,7 miliardi), pari allo 0,9 del Pil italiano, una torta la cui fetta più grande, il 50 per cento, è lavendita della cocaina. Un altro elemento interessante dellarelazione è la diminuzione degli ingressi in carcere di italiani per questioni relative alla droga, ma non di stranieri, anzi in controtendenza: “Nel 2015 – si legge nel documento governativo – il totale degli ingressi è stato di circa 46 mila e in diminuzione rispetto agli anni precedenti risultano sia i complessivi che quelli per violazione della normativa antidroga. Il 26 per cento del totale dei detenuti nel 2015, inoltre, è tossicodipendente e sia la popolazione tossicodipendente che quella implicata nell’offerta di droghe vede l’ingresso di stranieri in continua crescita”.
QUESTI NUMERI diventano ancora più allarmanti se letti insieme all’ultima analisi dell’International centre for the study of radicalisation and political violence di Londra: “Oggi più del 40 per cento delle cellule terroristiche in Europa sono finanziate attraverso i proventi di spaccio e furto”; sarebbe un errore ulteriore e grave ritenere che tutti gli stranieri in carcere per reati di droga siano fiancheggiatori e finanziatori del terrorismo internazionale, ma le parole del premier Paolo Gentiloni del 5 gennaio scorso sul rapporto tra carcere e proselitismo islamista pongono con forza il tema: “I percorsi di radicalizzazione si sviluppano soprattutto in alcuni luoghi, nelle carceri e sul Web, più che in altri luoghi che abbiamo magari molto seguito negli scorsi anni o decenni. Bisogna lavorare sulle carceri per la prevenzione”. Nel 2015 e nel primo semestre del 2016 le operazioni anti-droga sono state oltre 19 mila per 84 mila chilogrammi di sostanze sequestrati: in aumento i sequestri di cocaina, lsd, droghe sintetiche e piante di marijuana; in calo i sequestri di eroina, marijuana e hashish. Dei 14 miliardi di euro di business che il “settore” smuove, 6,5 miliardi sono per la cocaina, 4 per la cannabis, 1,9 per l’eroina e 1,7 per le altre droghe. A comandare la classifica regionale degli interventi antidroga è la Lombardia (3.132), seguita dal Lazio (2.940) e dalla Campania (1.782), che significa soprattutto le aree urbane di Milano, Roma e Napoli.
POI, c’è il discorso, molto caro ai Radicali, sull’oscurantismo proibizionista che scaturisce dalla lettura di questi ulteriori dati in particolare: i denunciati per la cocaina sono 9.206 (di cui 6.851 in arresto), per l’eroina 3.271, contro le 13.360 persone denunciate “per condotte concernenti i derivati di cannabis”. Insomma, il grosso delle denunce e delle attività di repressione si concentra sulla droga leggera e proprio le “canne” sono la sostanza illegale più consumata in Italia dagli studenti tra i 15 e i 19 anni. Impietoso il dato sui Servizi di riduzione del danno, gli “sportelli” a cui le persone si rivolgono spontaneamente per problemi di tossicodipendenza sono soltanto 115 a livello nazionale, un presidio minimo che – spiega Antonella Soldo, presidente di Radicali italiani “è insufficiente e mostra l’assenza di uno Stato che viete le droghe per il bene dei giovani, mentre l’utenza di quei Servizi è quasi esclusivamente di ragazzi al di sotto dei 25 anni”. Un quadro, quello descritto dalla relazione annuale sulle tossiodipendenze, decisamente imbarazzante: “Due mesi fa – ricorda Magi – noi radicali abbiamo depositato alla Camera la nostra legge di iniziativa popolare ‘Legalizziamo’, per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso di tutte le altre sostanze. Potrebbe essere una soluzione, basterebbe prenderla sul serio”.