“«Potete controllare, a bordo non troverete armi, non le portiamo. E poi noi non picchiamo i migranti sono povera gente, hanno bisogno di aiuto». È quanto ha dichiarato il comandante Abujella Abdul-Bari all’inviato del Tg1 nel servizio a dir poco celebrativo dell’attività della guardia costiera libica andato in onda ieri alle 20 in occasione della visita del ministro dell’Interno Minniti a Tripoli.
Peccato che in un video facilmente reperibile in rete sia possibile ammirare chiaramente lo stesso Abujella Abdul-Bari a bordo della motovedetta con in pugno una pistola puntata verso un barcone carico di migranti, e che altre immagini lo smentiscano anche quando nega i maltrattamenti sui migranti e le minacce alle Ong da parte dei militari libici“. A denunciarlo è Riccardo Magi, deputato di +Europa e segretario di Radicali Italiani, che sulla sua pagina Facebook oggi pubblica un video che mette a confronto il servizio del Tg1 con quelli di media stranieri e altre immagini diffuse nei mesi scorsi dalle Ong che mostrano uomini della guardia costiera libica imbracciare kalashnikov, minacciare e anche percuotere i migranti.
“Insomma, sarebbe bastata una semplice ricerca in rete, come quella che abbiamo fatto noi, per verificare e scoprire che le affermazioni di Abujella Abdul-Bari non corrispondono al vero. E invece il principale telegiornale del servizio pubblico italiano ha riportato a oltre 5 milioni di telespettatori la voce senza contraddittorio del comandante della guardia costiera libica, mentre solca il Mediterraneo ‘a bordo di una delle quattro motovedette arrivate dall’Italia’.
Tutto ciò è gravemente lesivo del diritto dei cittadini a essere correttamente informati – continua Magi – per questo sottoporremo la questione alla commissione parlamentare di Vigilanza non appena si sarà costituita.
Nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa è importante ribadire con forza che l’informazione gioca un ruolo fondamentale anche nel fare luce su ciò che accade in Libia e nel Mediterraneo, dove le violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani rischiano di coinvolgere anche il nostro Paese“, conclude Magi.
3 maggio 2018